Cremona, 3 dicembre 2022 – Concentrazione. Questa la parola che domina la realtà agricola e soprattutto zootecnica dei nostri tempi con un fenomeno che si impone molto decisamente in tutto il Paese sia in termini numerici, che in termini spaziali.
Uno scenario ben delineato, dunque, quello descritto dal prof. Daniele Rama, ordinario presso il Dipartimento di Economia agraria dell’Università Cattolica e Direttore dell’Alta Scuola di Economia Agroalimentare SMEA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, intervenuto oggi al workshop “L’allevamento da latte in Italia e in Europa: un settore in evoluzione?”, che si è svolto nella terza giornata di Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.
“Il primo dato – ha spiegato Rama – che rimbalza dai risultati del settimo censimento dell’agricoltura, resi noti nella scorsa estate, è quello del calo del numero di aziende agricole in generale e delle aziende da latte in particolare. Infatti, le aziende da latte, nonostante si tratti di uno dei settori chiave dell’agricoltura italiana, si sono ridotte a 35mila, con una notevole concentrazione anche per quanto riguarda il numero di capi, visto che il 15% (in forte crescita rispetto al 10% di 10 anni fa) si caratterizza per un numero di bovine che va oltre 100”.
Un dato che si inserisce in uno scenario molto variegato, visto che la Francia è in linea con quanto accade da noi, mentre l’Olanda vede il 40% di aziende sopra 100 capi e la Germania il 20%. Molto diversa la situazione del Regno Unito (più del 80% di aziende sopra i 100 capi), dove però la politica agricola è sempre stata molto diversa.
Un altro argomento centrale per il comparto agricolo e per quello zootecnico, in particolare è quello del ricambio generazionale.
In merito, va rilevato un segnale di miglioramento, che – anche se per ora non va ancora ad incidere sul dato generale che vede ancora un terzo delle aziende italiane gestite da un titolare che ha più di 60 anni – lascia intravedere prospettive per il futuro. Così come va rilevata nei primi insediamenti una presenza femminile, che seppur ancora tiepida, permette di ipotizzare scenari di sviluppo.
Non di meno, sia in termini di concentrazione, che per quanto riguarda l’innovazione, va sottolineata anche una notevole concentrazione geografica che vede prevalere le regioni del nord, prevalentemente Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
“aziende più specializzate e moderne, caratterizzate da un alto livello di specializzazione e professionalizzazione – ha chiarito Rama – richiedono servizi di qualità. Non è dunque un caso che la concentrazione avvenga anche in funzione della disponibilità di questi servizi”.
In questo senso, si rivela sempre più cruciale la capacità del sistema di esprimere professionalità specializzate, che possano accompagnare adeguatamente lo sviluppo del comparto: “quello delle risorse umane dedicate è un tema – ha aggiunto Rama – destinato a diventare sempre più centrale, in quanto il futuro del settore zootecnico è (e sarà) fortemente condizionato dalla disponibilità di figure professionali adeguate”.